giovedì

MARTEAU, ENCLUME, ETRIER. (1 gennaio 2010)

Quando ero bambino, e passavo le giornate da una visita medica all'altra (splendido modo di trascorrere l'infanzia, è il caso di dire!) , un giorno mi ritrovai davanti, in uno studio medico, un enorme poster che occupava gran parte della parete.
Su questo poster risaltavano tre parole, maestose e solenni, l'una di seguito all'altra:

"MARTEAU ENCLUME ETRIER"

Meraviglioso. Guarda come sono raffinate. Senti come risuonano bene nella tua mente. Elegantissime.
Che parole affascinanti. Rimasi a guardarle per un pò e le memorizzai, badando bene a non dimenticarle.
"Marteau, Enclume, Etrier", come "Athos, Porthos, Aramis, e D'Artagnan", come "Messieurs, rien ne va plus". Splendide. Sembra quasi di sentire un annunciatore : "Signore e signori ! Marteau.... Enclume.... Etrier !!" E giù un uragano di applausi.

Marteau. Enclume. Etrier. Bastano tre parole. Non c'è bisogno di aggiungere altro. Non c'è bisogno di spiegazioni. La quadratura del cerchio. La perfezione estetica raggiunta.

Non ricordo altro di quel giorno, ma che importanza ha? Sono passati più di trent'anni. Erano gli anni Settanta, mi trovavo ai piedi di una montagna, che avrei cominciato a scalare senza fermarmi un solo giorno, mio malgrado. Ma da bambini non ci si rende pienamente conto di cosa ci aspetta, non è vero?
Di quel giorno ricordo solo quelle tre magiche parole.
Non avrei mai detto, all'epoca, che in qualche modo mi avrebbero accompagnato per il resto dei miei giorni.

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