giovedì

Quali sono i dispositivi di "aiuto all'ascolto" per l'impianto cocleare?

Dal momento che il post precedente, relativo a "Impianto Cocleare e Telefono" ha suscitato vasti dibattiti e richieste di informazioni, ne approfitterei per fare una panoramica di tutto quello che c'è a disposizione dell'utente per facilitare/migliorare sempre più l'ascolto, cercando di mantenere un discorso in parole semplici ed evitando di annoiare con spiegazioni che a voler essere pignoli, occuperebbero volumi interi.
Credo sia interessante affrontare questo discorso anche per un altro motivo: nei miei viaggi all'estero ho notato una consapevolezza e un livello di informazione su questa tematica molto, ma molto, superiore a quello presente nel nostro paese. Circa tre quarti di tutti i bambini con impianto cocleare a scuola utilizza il sistema FM per sentire meglio all'interno della classe, laddove nel nostro paese si incontrano molte persone che non hanno idea, o se ce l'hanno è molto vaga, di cosa sia un "aiuto all'ascolto". Pertanto ritengo sia buona cosa approfittarne per illustrare per linee generali la situazione corrente.

I dispositivi di "aiuto all'ascolto" giocano essenzialmente sul fatto che si cerca di migliorare il rapporto segnale-rumore ("signal-to-noise ratio"). Che cosa significa? Significa che molte volte il motivo per cui non si capisce bene è dovuto al fatto che il suono (ad esempio le parole di un discorso, un programma TV) si disperde in quanto troppo lontano, oppure è accompagnato da rumori e frastuoni ambientali che si accavallano e rendono inintelligibile quanto detto. Se noi riuscissimo a far sì che la parola arrivi direttamente al nostro orecchio senza dispersioni e senza rumori ambientali concomitanti, avremmo "alzato" il segnale e "abbassato" il rumore, ovvero migliorato il rapporto segnale-rumore.
Nel corso degli anni la situazione si è molto evoluta....e va evolvendosi tuttora, quindi è probabile che fra pochi anni le cose staranno in maniera differente da ora.
Ma in concreto come si raggiunge un obiettivo del genere? Ci sono diverse metodi, che, essenzialmente, dal punto di vista tecnico, si riducono a due:
1) il Telecoil (o "bobina telefonica" interna)
2) il sistema FM (trasmissione radio).

1) Il Telecoil è una spira di sottilissimo filo di rame avvolto intorno a un cilindro metallico, contenuto all'interno dell'impianto cocleare e della maggior parte delle protesi acustiche, e funziona come se fosse un microfono ricevitore; ma la sua caratterisitca, diversamente dai microfoni tradizionali, è quella di ricevere le onde magnetiche. Ad esempio quelle provenienti dai telefoni fissi da casa, ed è questa l'origine del nome (TELEphone COIL). In origine il principale uso dei Telecoils era quello di aiutare l'ascolto telefonico in quanto, con l'accostare la cornetta del telefono all'orecchio, le protesi acustiche producevano il famigerato "fischio" dell'effetto feedback: con l'utilizzo del Telecoil invece, non c'erano problemi e addirittura il suono sembrava essere più nitido. Il motivo della nitidezza è dovuto essenzialmente al fatto che si viene ad evitare l'effetto dispersione del suono nell'aria e si eliminano i rumori ambientali del luogo in cui ci si trova, in quanto il segnale non è sonoro, bensì magnetico, e il Telecoil, quando attivo, "spegne"il microfono tradizionale. Così facendo elimina tutti i segnali sonori accogliendo solo quelli magnetici: si sente quindi solo quanto trasmesso dall'altra parte del filo, dal nostro interlocutore, eliminando qualsiasi altro presente nella nostra stanza. Nessuna meraviglia che il Telecoil abbia raccolto tanti consensi: si riusciva ad avere un ascolto "pulito" delle telefonate.
Tuttavia, con gli anni, altri dispositivi si sono affiancati ai telefoni nel tentativo di trasmettere i suoni anche a distanze maggiori (oggi, è probabile che il sistema che sfrutta il telecoil lo si trovi anche con il nome di "sistema ad induzione magnetica").

Uno degli utilizzi più rinomati del Telecoil è appunto quello del cosiddetto "laccio ad induzione magnetica" (loop, "magnetic-induction loop"). Immaginiamo un filo circolare (appunto, il laccio o loop), al posto della cornetta telefonica. Mentre prima il segnale magnetico proveniva dalla cornetta telefonica, adesso proviene da ogni centimetro del "laccio". Posizionandosi in prossimità del filo, con il Telecoil attivato, si riuscirà a sentire il segnale magnetico, che viene quindi tradotto in suono, in maniera nitida e precisa, e il bello è che l'oratore può essere anche a distanza considerevole. E' sufficiente che la fonte sonora sia collegata a questo laccio (per esempio un oratore al microfono dal quale si diparte il laccio).
"Laccio" è una espressione molto vaga. Con l'espressione "laccio" intendiamo sia il quasi-laccio che si sistema sull'orecchio (gancetti, earhooks, o silhouettes), sia il laccio vero e proprio che si mette intorno al collo, esattamente come una collana (necklace), sia infine il giganteso "laccio da stanza", che si applica alle pareti di una intera stanza rendendo qundi l'intero ambiente accessibile ai portatori di protesi acustica o impianto cocleare. E' chiaro che maggior è la distanza di posizionamento, minore è l'effetto; quindi se in una stanza ci posizioniamo in prossimità del filo si sentirà benissimo, se invece ci mettiamo a distanza, le onde magnetiche del laccio non arriveranno al Telecoil e non si sentirà praticamente niente. Più si sta vicino al filo, meglio è. Qundi in linea di massima, il loop "da orecchio" (gancetti) è migliore del loop "a collana", che a sua volta è migliore del loop "da stanza". Vi sono infinite altre variabili da considerare, tuttavia, come ad esempio la potenza del segnale d'origine, la potenza del telecoil, il fatto che solo ruotando la testa mentre si ascolta può far "perdere" il segnale per un attimo..... insomma, i risultati sono assai soggettivi.
Una variante interessante dell'utilizzo del Telecoil è il "Soundshuttle": ha l'aspetto di una minuscola valigetta di plastica, con il simbolo dell'orecchio stampigliato sopra, va appoggiata sul tavolo o scrivania, e funziona nelle conversazione tra singole persone. La voce viene raccolta da un microfono, convertita in segnale magnetico e l'utente, dopo aver messo in funzione il telecoil, ascolta "come se fosse una telefonata". lo svantaggio è che per funzionare bisogna essere a massimo un metro e mezzo di distanza dal Soundshuttle, altrimenti si perde il segnale; il lato pratico è che il Sounshuttle si può portare appresso ovunque. Molto diffuso all'estero negli uffici pubblici, alle poste, eccetera.

Comunque, tutti i "loops" funzionano secondo lo stesso principio: onde magnetiche che partono da una fonte e vengono recepiti dal Telecoil dell'impianto cocleare o protesi acustica, e quindi trasformati in segnali sonori. lo svantaggio è che si è "schiavi del filo", non c'è sistema "wireless", senza fili: il segnale parte dall'origine viaggia sul filo e se lo si vuol captare, bisogna essere il più possibile in prossimità del loop. Altro svantaggio, sopratutto nei grandi ambienti, è che se vi è un qualsiasi dispositivo che emette onde magnetiche (quasi tutti...) questi si sentiranno sotto forma di interferenze. Inoltre sempre nei grandi ambienti, bisogna stare "all'interno del loop" e il più possibile "vicino al loop".
Quale è il vantaggio del "laccio"? essenzialmente il costo. Il loop è davvero economico, i dispositivi per uso personale (gancetti o necklace) funzionano in maniera soddisfacente, non c'è bisogno di nessuna attrezzatura aggiuntiva (bisogna solo premere il tasto Telecoil), e si rimane a costi più accessibili rispetto all'altra tecnologia di cui accennavamo, ovvero il sistema FM, più costoso.

2) Cosa è il sistema FM? E' essenzialmente la trasmissione radio del segnale. Immaginiamo le radio comuni: lo speaker parla a centinaia di km di distanza, noi da casa accendiamo la radio, e sentiamo forte e chiaro le parole. Ecco, il sistema FM (Frequency Modulation) è in poche parole proprio questo. Mentre il segnale radio tradizionale trasmette a lunghezze d'onda variabili tra 87 e 107 MegaHertz, il sistema FM per impianto cocleare/protesi acustica trasmette a lunghezze d'onda differenti, in modo da non andare ad interferire (ogni lunghezza d'onda è regolamentata da leggi apposite). La maggior differenza con il Telecoil quindi quale è? E' il fatto che lo speaker deve parlare a un microfono "trasmettitore", a una frequenza radio prestabilita.....e l'utente deve avere una "radio" per captare il segnale a quella medesima lunghezza d'onda. La "radio ricevente" in questione è minuscola e va "attaccata" all'impianto, attraverso l'apposito slot per le espansioni. Il sistema prende nomi diversi a seconda del produttore: "Microlink", "Smartlink","Amigo", eccetera. non c'è bisogno di dire che tutto l'apparato è assai costoso, ed è questo il principale motivo che ne ostacola avolte la diffusione. La radio "trasmittente" si applica di solito al collo dello speaker, oppure al bavero della giacca, ed è di dimensioni minuscole anch'essa. Il vantaggio del sistema FM è che si sente molto bene, anche a grandi distanze, non c'è bisogno di un filo magnetico, non ci sono interferenze, c'è libertà di movimento, si può spaziare avanti e indietro senza perdere il segnale.
Una soluzione meno efficace, ma in alcuni casi più pratica, del sistema FM è il cosiddetto "Soundfield": in pratica, il suono del trasmettitore arriva a un altoparlante piazzato sul tavolo o nelle vicinanze, che può essere rimosso e portato con sè. Non c'è bisogno quindi di collegare materialmente nulla all'impianto cocleare, basta posizionarsi vicino all'altoparlante. E' da notare che nel caso del Soundfield tutti sentono i suoni che escono dall'altoparlante, anche le persone normoudenti. Non è quindi un dispositivo "per sordi", bensì aiuta le persone sorde, come le normoudenti, a sentire più forte e meglio.
Anche nel caso di vasti ambienti, quindi, si può utilizzare il sistema FM, con ricevitori personali collegati a cuffie o loops (sistema ibrido, vedi oltre)

C'è infine una variante del sistema FM, tesa a migliorare ulteriormente la qualità di ascolto, ed è l'utilizzo del "FM Dinamico" ovvero un particolare microfono con filtro che taglia via tutte le interferenze e i disturbi fin dall'origine, in modo da avere sempre una ricezione del suono ideale.

Abbiamo quindi i due sistemi del Telecoil e della trasmissione FM.....e non poteva mancare chi ha cercato di unire i due sistemi a formare una sorta di tecnologia ibrida: il sistema Telecoil-FM, che sfrutta ambedue i principi contemporaneamente. Si ha quindi trasmissione radio dallo speaker all'utente, che non porta alcun ricevitore inserito dentro l'impianto, bensì indosso, per esempio nel taschino o appeso al collo: e da qui si diparte il loop o il gancetto che va a posizionarsi in prossimità dell'impianto. Dal punto di vista pratico l'ibrido Telecoil-FM è ottimo perchè riesce a prendere il meglio delle due possibilità.

E' finita qui? No, in quanto per ovviare al costo elevato del sistema FM -cercando di preservarne la qualità- si è studiato una variante, quella del Bluetooth. Il Bluetooth è un sistema senza fili studiato per collegare tra loro le periferiche del computer; ebbene, dal momento che il Bluetooth funziona "ad onde corte" (3 GigaHertz) si è pensato di utilizzarlo come se fosse un trasmettitore FM, sfruttando il fatto che ha un costo molto basso. Quindi si hanno trasmettitore e ricevitore che funzionano secondo lo standard Bluetooth, ampiamente diffuso. Il trasmettitore può essere anche un cellulare, un computer, qualunque cosa sia dotato di funzionaità Bluetooth. La qualità di ascolto sembra essere appena inferiore a quella del sistema FM classico; piuttosto, lo svantaggio maggiore è la portata massima di circa dieci metri, o anche meno, quindi è utilizzabile solo all'interno d una stanza non troppo vasta. Non esiste al momento (2012) un connettore Bluetooth per impianto cocleare, ma solo per protesi acustica, quindi su un impianto cocleare lo si può utilizzare solo in maniera "ibrida", in accoppiata con il Telecoil.

Un ultimo sistema ampiamente utilizzato, ma limitatamente per quanto riguarda protesi acustiche ed impianti cocleari, è quello "a raggi infrarossi". Il suono all'origine viene catturato, normalizzato e spedito tramite un fascio luminoso all'infrarosso al ricevitore indossato dall'utente, che poi sfrutterà il telecoil. Non c'è bisogno di filo ma è necessario essere in linea retta rispetto al raggio luminoso. Basta spostarsi per perdere il segnale. Oggi questo sistema è utilizzato per lo più per l'ascolto della TV, della musica a distanza o anche delle conferenze, e non solo da persone sorde ma anche da normoudenti che preferiscono utilizzare, ad esempio, le cuffie senza fili.

Come si vede,la panoramica è vasta e complessa....
Riassumendo, le possibilità di aiuto all'ascolto per chi ha un impianto cocleare sono:
- i dispositivi che sfruttano il Telecoil interno, basati su fili che emettono segnali magnetici; ottimi per ascolti preferibilmente "statici" ( telefonate, ascolto musica da Ipod o cellulare, televisione, eccetera)
- i dispositivi che emettono onde radio (FM statici, FM dinamici),non hanno bisogno di fili, ma sono più costosi; Ottimi per grandi spazi dove ci si si può muovere, ad esempio a scuola.
- i dispositivi ibridi (Telecoil-FM contemporaneamente); prendono il meglio dell'uno e dell'altro e cercano di venire incontro a tutte le esigenze.
E inoltre:
- il Soundshuttle (basato sul telecoil, utilizzato negli uffici pubblici)
- il Soundfield, utilizzato quasi solo dai bambini a scuola (basato sul sistema FM)
- il Bluetooth (che è una variante a basso costo del sistema FM)

....e sicuramente non è finita qui !!!

Quale è il sistema migliore? Fermo restando che c'è internazionalmente molta rivalità tra i supporters dei due sistemi (Telecoil e FM), che si rinfacciano l'un l'altro pregi e difetti, purtroppo, come sempre, bisogna provare: dal momento che non esistono due sordità perfettamente uguali, similmente non si può dire in anticipo cosa "è meglio" e cosa "è peggio", che abbia valore assoluto con riferimento ai singoli casi. Per non parlare poi delle differenze tecnologiche insite negli impianti cocleari e -ancor più- nelle protesi acustiche.

Se vi interessa solo fare telefonate dal cellulare o ascoltare musica dal lettore MP3, non dovete spendere un patrimonio, è sufficiente comprare un "gancetto", collegarlo, e azionare il tasto Telecoil. Ma se avete bambini con impianto cocleare che vanno a scuola, è probabile che otterrete risultati migliori con il sistema FM, in una delle sue varianti. Se volete infine attrezzare una sala in modo che sia "accessibile", sarebbe bene pensare a un sistema ibrido.
Insomma: ad ogni caso, la sua soluzione.

martedì

"Capire le parole" NON è "capire il discorso".

Grazie all’impianto cocleare, siamo riusciti, dopo molta fatica e un sacco di impegno, a “sentire-e-capire” la grande maggioranza delle parole (per esempio ascoltando una trasmissione radio), e ci sentiamo tutti contenti perché dopo tanti anni -finalmente!- siamo capaci di aver a che fare con una voce umana senza dover necessariamente “guardare le labbra”. Orbene, avendo compreso tutte le singole parole, una di seguito all’altra, in fila, possiamo dire di aver capito tutta l’essenza, il senso e il contenuto del discorso, non è vero? Allora, per dimostrare che davvero abbiamo capito, perchè non proviamo a fare un riassunto di tutto quello che abbiamo appena ascoltato? ……Colpo di scena!

Ci accorgiamo di aver capito le singole parole, ma, dovendo fare una sintesi di tutto quello che abbiamo ascoltato, ci troviamo in grosse difficoltà. Riusciamo a fare un riassunto solo di brevi periodi, di qualche frase. Se dobbiamo riassumere tutta la trasmissione radio, "spiegare quello che abbiamo ascoltato", semplicemente non ci riusciamo.

Mentre il “normoudente” seduto accanto a noi ha capito il senso dell’intera trasmissione, noi abbiamo capito –nel migliore dei casi- il senso di alcune, poche frasi. La maggior parte dei frammenti sono stati completamente dimenticati, sono passati via come acqua fresca. Qualche brandello è rimasto, ma è insufficiente a ricreare il discorso originario. Tuttavia, ad un secondo ascolto, le cose migliorano, e sembra che il discorso rimanga impresso un po’ di più nei meandri della nostra mente. Repetita juvant, direbbero i nostri padri latini!
Ma il primo ascolto è tremendo: sembra che tutto scivoli via, senza lasciar traccia. Eppure abbiamo sentito tutto.

Incredibile: pur avendo sentito tutte (o quasi tutte) le parole, non siamo in grado di spiegare in maniera realmente efficace quello che abbiamo ascoltato. E’ come se sentissimo il flusso delle parole, ma mancassimo di cogliere il concetto che sta dietro. Come è possibile? Sembrerebbe quasi di essere riusciti ad afferrare le singole parti, ma di esserci lasciati sfuggire il tutto.
E’ una cosa così strana e singolare che riesce a stupire persino noi stessi; figuriamoci i “normoudenti”.

Vedete, quando da ragazzi studiavamo sui libri di scuola, non avevamo troppe difficoltà a leggere un testo e poi a riassumerlo; in fondo le interrogazioni in classe erano basate proprio su questo, non è così? Leggere una sfilza di parole riguardanti storia oppure geografia o letteratura, capirle, interiorizzarle, e poi il giorno dopo ripeterle, con parole nostre, davanti al professore. E il canale puramente ed esclusivamente "uditivo" non entrava mai in gioco - avevamo imparato a farne a meno!

E questo meccanismo di “lettura-comprensione-assimilazione-ripetizione” era diventato una cosa talmente assodata, talmente ovvia, che ora ci saremmo aspettati lo stesso tipo di risultato nel caso di utilizzo del canale uditivo piuttosto che visivo. Che diamine, nel momento in cui si comprendono le singole parole è ovvio auto,aticamente il senso del discorso, indipendentemente dal veicolo utilizzato, e farlo proprio, o no?
Ebbene, la risposta è (purtroppo) NO.

Se siete 'sordi da sempre', se non avete mai realmente ascoltato in vita vostra, il fatto di arrivare finalmente a capire le parole NON significa capire il discorso. Apparentemente “flusso di parole” e “discorso” sembrano concetti sovrapponibili, in realtà sono due cose diverse.
Le parole NON sono il discorso. Vi ricordate quando si diceva “udire il suono non significa automaticamente capire il suono”? Ecco, ci troviamo in una situazione simile, ma a un livello ancor più elevato e complesso.

Inizialmente avevamo il problema di dare un senso ai suoni, e lo abbiamo risolto; sappiamo che ad ogni determinato insieme di suoni corrisponde una parola o frase. Adesso, con nostra grande costernazione, ci accorgiamo che questo non basta, non è sufficiente. La comprensione del discorso nella sua interezza è un qualcosa che va oltre la comprensione delle singole parole. Per il normoudente di solito non c’è questo problema, tutto viene svolto nel medesimo istante: ascolto dei suoni, comprensione del loro significato, e infine comprensione di tutto l’insieme dei concetti, nel senso reale o figurato. Ma come è possibile? E perchè questo problema non si era mai posto quando studiavamo sui libri? Finchè si trattava di "leggere" e poi fare un riassunto non c'era nessun problema, adesso che si tratta di "ascoltare" e poi fare un riassunto, ecco che escono fuori grossi problemi.

Il fatto è che stiamo parlando di due “mezzi di trasporto” differenti, l’udito e la vista, che viaggiano su “autostrade” differenti. La vista è una vettura ben oliata, usata quotidianamente, sempre revisionata, e, dopo tanti anni, conosciuta in ogni suo ingranaggio. L’udito invece è simile a una vettura tirata fuori oggi dal garage, dopo quaranta anni di inattività. Non solo non è mai stata realmente utilizzata, ma nemmeno sottoposta almeno a un rodaggio. “Guidare l’udito” è quindi davvero un problema: siamo alle prese con una vettura di cui non conosciamo nulla ed è persino, in alcuni dei suoi componenti, meno efficiente delle altre. Imparare a guidarla richiede attenzione, allenamento, dedizione. E non solo: anche la strada è diversa dal solito, piena di curve sconosciute, che vanno “imparate” piano piano, prima di arrivare a destinazione.

Ci accorgiamo quindi che il fenomeno della comprensione è molto più ampio di quanto sembri. Oltre all’udito, qui entra in gioco una componente di “prontezza mentale” legata al canale uditivo. Una componente che esiste, che è reale, ma non è mai stata allenata. Come possiamo pretendere che venga messa in azione con la massima efficienza, di punto in bianco?

L'Udito non è solo un fatto di Suoni, ma è anche- e lo scopriamo solo ora- un fatto che riguarda la Mente.

Che fare quindi? Sono ben pochi coloro che tirano fuori l’auto dal garage in perfette condizioni e riescono a guidarla con disinvoltura: per la maggior parte delle persone ci sarò da re-imparare a guidare una vettura differente dalla solita, oltre che imparare il tragitto per farla arrivare a destinazione.
E si ritorna al punto di partenza: lavoro, lavoro e ancora lavoro.

Oppure, tanta "scuola guida". Il trucco consiste nel tentare, progressivamente, di staccarsi dalle sole parole e nel cercare di afferrare sempre più l'insieme di quello che viene detto.
Ma in questo, purtroppo, non può aiutarvi nessuno, siete voi stessi a dover far pratica.
State rimettendo in moto un motore che, forse, non è mai stato messo veramente in moto. State attivando circuiti cerebrali che, forse, non sono mai stati"accesi".

Non deprimiamoci nello scoprire queste cose: pensiamo piuttosto che fortuna essersene accorti, aver capito che c’è questo problema, che è reale, che esiste.
Perché quando si inquadra un problema, quando vengono prese prese le misure, è lì, in quel momento, che vengono gettate le basi per risolvere il problema.

E sono ben pochi i problemi che non possano venir risolti quando li si è ben compresi ......e si è dotati di buona volontà. Al lavoro!

lunedì

Impianto Cocleare e Telefono

Diciamo la verità , la "conversazione al telefono" è una di quelle cose che una volta realizzate danno una soddisfazione rara, in quanto il telefono è da sempre oggetto tanto misterioso quanto ambitissimo, per una persona sorda. Parlo di "conversazione" al telefono, perchè in realtà molte persone sorde riescono a camuffare l'impossibilità di usare il telefono con il trucchetto delle risposte chiuse. Ovvero, parlare al telefono facendo domande che presuppongano una risposta del tipo si/no. "Si" e "No" non sono tanto due parole quanto due semplici suoni, e possono venir compresi anche da chi è sordo come una campana, basta che sia protesizzato.
Facciamo un esempio: "Ciao, come stai? Tutto bene?" -SI- "Senti, ma allora la gita fuori porta si fa?" NO - "Ah, ma allora è stata spostata ad altra data, immagino?" -SI- "Allora se per questa domenica non se ne fa nulla, se ne parla per domenica prossima, va bene?" - SI - ....e via di questo passo. E' un tipo di telefonata davvero tediosa, ma, in situazioni di emergenza, se non altro, si riesce a cavare qualche informazione (poi, se abbiamo a disposizione un telefono cellulare o smartphone, è possibile inviare SMS, email e quant'altro, su questo siamo d'accordo, ma qui stiamo parlando di telefonate puramente vocali).
Appunto, le telefonate "vocali": dal momento che l'udito con l'impianto cocleare NON è un udito naturale, bensì artificiale, e, similmente alle protesi acustiche moderne, viene pesantemente riarrangiato mediante il passaggio attraverso filtri e dispositivi elettronici, capita a volte che la conversazione sia problematica e difficile.
Premessa doverosa: prima di conversare al telefono DOVETE essere capaci di capire un discorso. Per questo, non mi stancherò mai di ripeterlo, è essenziale essersi allenati a lungo con la radio. Alla radio non sapete in anticipo cosa lo speaker stia per dire, non è vero? Similmente accade con l'interlocutore al telefono. Non sapete in anticipo cosa dirà il vostro dirimpettaio, quindi dovete essere pronti a captare ogni suono, concentrati nell'ascolto, pronti a capire sia le singole parole, sia il senso intero del discorso.
Una volta soddisfatta questa premessa, è bene sapere alcuni dettagli tecnici, come ad esempio che la linea telefonica analogica -vale a dire il telefono fisso di casa- darà maggior comfort nell'ascolto, in quanto non produce virtualmente alcuna interferenza. E qui veniamo al punto dolente: le interferenze magnetiche.

L'impianto cocleare (esattamente come molte protesi acustiche) è dotato di Telecoil ( o T-switch, o più familiarmente "tasto del telefono"), che aziona una bobina magnetica interna al processore, che serve a captare le onde magnetiche circostanti, come ad esempio le onde emesse dal telefono. La cosa ha un risultato straordinario in alcune situazioni particolarmente rumorose, in quanto si sentiranno solo i suoni provenienti dal telefono e non quelli dell'ambiente circostante, arrivando alla situazione paradossale che, in condizioni di grande confusione, "al telefono il sordo sente meglio del normoudente". Questo è particolarmente vero nel caso di conversazione dal telefono fisso di casa (non è importante che dall'altra parte ci sia qualcuno che parla al cellulare o da un altro telefono fisso, l'importante è che il portatore di impianto cocleare stia utilizzando il telefono fisso, e ovviamente che dall'altre parte ci sia qualcuno che parli senza rumori di sottofondo). Addirittura, se l'ambiente è tranquillo, si può utilizzare il telefono fisso SENZA il telecoil attivato.....esattamente come le persone normali. Ovvero si accosta la cornetta del telefono il più possibile vicino al microfono dell'impianto cocleare, e si parla (e si ascolta) normalmente.

I problemi arrivano quando anzichè il telefono fisso, si parla al cellulare/smartphone. Uno degli standard più in voga nel mondo, ovvero il GSM (detto anche 2G) produce -attraverso il cellulare- interferenze terribili nella maggior parte degli impianti cocleari, che impediscono qualsiasi conversazione. Una soluzione potrebbe essere il "laccio" (loop, necklace) oppure le "silhouettes" o "earhooks", più familiarmente i "gancetti", dispositivi che tendono a tener lontano il cellulare dall'orecchio, impedendo così le scariche troppo forti. Oppure, una soluzione più semplice è l'utilizzo dei vecchi cellulari "a conchiglia" (clamshell), purtroppo ormai in via di scomparsa, che possono essere accostati all'orecchio producendo poche interferenze, in quanto i circuiti interni sono nella parte inferiore e possono venir tenuti lontani dall'impianto cocleare.
Una soluzione per poter ovviare ai problemi della rete GSM è quello suggerito poc'anzi per il telefono fisso: ascoltare il cellulare GSM senza il telecoil inserito, eliminando così la formazione di interferenze. Ciò è fattibile in condizioni di quiete, ma non, come accade spesso, quando intorno a sè c'è il caos più generale. Soluzione estrema, che sfiora il ridicolo ma risulta essere parzialmente efficace: tenete "di traverso" il cellulare (formando un angolo di 90° con la testa) e accostate il ricevitore di questo al microfono dell'impianto cocleare tenendolo a qualche centimetro di distanza: così facendo tenete lontano il più possibile le circuiterie interna del cellulare da quelle dell'impianto cocleare, diminuendo così la formazione di scariche di interferenza.

La situazione migliora utilizzando lo standard 3G (UMTS e altri) oppure 3,5G (HSDPA o 3G+) e nell'immediato futuro prossimo 4G, in quanto anche a telecoil inserito le scariche di interferenza sono ridotte al minimo. I cellulari /smartphone hanno la possibilità di scegliere la rete, se GSM, 3G, oppure "duale" cioè ambedue, il mio consiglio è quello di scegliere sempre la 3G, anche se in molte zone del paese "non c'è campo" per il 3G, e quindi si riceve solo la rete GSM (2G) e siete costretti ad utilizzare questa.
Una volta scelto lo standard 3G, in questo caso il problema è riuscire a trovare, sulla propria testa, il punto di ascolto migliore, in quanto si sente "meglio" o "peggio" a seconda di quale parte del cellulare si avvicina all'orecchio.
Se la posizione "naturale" del telefono non dovesse essere confortevole, il mio consiglio è quello precedente, cioè di avvicinare il cellulare/smartphone con un angolo di 90° rispetto alla testa, ovvero tenendolo parallelo al terreno. E' una posizione assai insolita, sembra di tenere il cellulare "contro la testa", ma per mia esperienza personale è la posizione in cui "si sente meglio".
Ovviamente anche in questo caso si possono utilizzare i lacci e i dispositivi per facilitare la conversazione , ma non sono strettamente necessari.
Un'ultima annotazione: quando si è su un mezzo di trasporto (aereo, autobus moderno, treno) può capitare di inserire il telecoil senza fare nulla e...sentire le "comunicazioni" interne dei dispositivi elettronici presenti sul mezzo di trasporto. Questo è un problema che può andare ad inficiare la teleonata, tuttavia, come per tutte le cose, finchè non si prova non si potrà mai sapere.

Infine un consiglio per riuscire a avere uno standard di ascolto al quale fare riferimento: telefonate ai numeri gratuiti che vi illustrano le offerte o il credito telefonico residuo. Dal momento che il format di risposta è sempre lo stesso, vi potete fare un'idea della qualità di ascolto del luogo in cui vi trovate, della posizione in cui è meglio tenere il telefono rispetto all'impianto cocleare; potete fare tentativi per trovare la posizione migliore di ascolto, fate ruotare il telefono, avvicinatelo, allontanatelo, muovetelo in tutte le direzioni: dov'è che si sente meglio?

E buon viaggio nel nuovo, misterioso mondo dell''ascolto del telefono!