giovedì

"Orecchio bionico": lo faccio, oppure no? (adulti)


Andiamo a vedere le cifre: dopo cinque anni di orecchio bionico, il 90% delle persone si dice soddisfatta e contenta di averlo fatto.
Il 90% è una percentuale enorme. E ciò vi fa capire due cose: la prima è quanto sia alta la percentuale di soddisfazione, la seconda è -presumibilmente- che per molte persone ci vuole un certo tempo per avere risultati.

E voi, avete davvero bisogno di 'farvi l’orecchio bionico'? Lasciamo perdere le percentuali, parliamo del vostro caso personale.
Diciamo la verità, non esiste una necessità assoluta di doverlo fare.
Potete benissimo non farlo, rimanere così come siete, e vivere ugualmente. Esattamente come si può mettere l’apparecchio acustico, oppure non metterlo affatto. Fare l'operazione laser agli occhi per correggere la miopia, oppure continuare a portare gli occhiali.
Non è questione di vita o di morte.
Il problema è piuttosto un altro: nella situazione in cui trovate, dovreste fare l’orecchio bionico? Vi servirebbe davvero?
Facciamo la domanda che non avete il coraggio di fare: vi migliorerebbe l'esistenza
La risposta è molto soggettiva, varia da persona a persona, tuttavia cerchiamo di ragionarci sopra soppesando i casi possibili.
La prima cosa importante da sapere è che, se siete adulti (per i bambini è diverso), la decisione ultima spetta a voi e a nessun altro. In passato, a partire dalla metà degli anni Novanta, ci fu quasi una “caccia alla persona sorda” per convincerla a farsi l’orecchio bionico, un fenomeno che ebbe anche risvolti sgradevoli. Parecchi anni sono passati da allora, e oggi si può ragionare in maniera più pacata.

Se siete sordi, adulti, e portate l’apparecchio acustico, fate questa semplice prova, lasciando stare tracciati e curve audiometriche, potenziali evocati, emissioni, impedenzometrie, analisi cliniche e quant’altro.
Accendete la radio e ascoltate il giornale radio, oppure accendete la TV e guardate il telegiornale.
Possono verificarsi tre casi:
1-     Sento i suoni, e capisco anche il significato delle parole.
2-     Sento, ma non capisco.
3-     Non sento niente, e tantomeno capisco.
Nel primo caso, state a posto così: siete sordi, ma l’apparecchio acustico vi dà un buon recupero: lasciate stare l’orecchio bionico, è probabile che non ne abbiate bisogno, e in ogni caso non vi darebbe poi tanto beneficio, dal momento che la sordità sembra essere un problema correggibile.

Il terzo caso è quello peggiore, ma per certi aspetti è quello più semplice, che dà adito a meno dubbi: è chiaro che l’apparecchio acustico non vi è di nessuna utilità. A queste persone fortemente consiglio l’orecchio bionico, senza stare troppo a pensarci. O meglio, pensateci un attimo: non avete nulla da perdere. La situazione di certo non potrà essere peggiore di questa, dal momento che avete già "toccato il fondo".
Chiaramente, questa è una opzione da seguire se ci tenete ai suoni, se pensate che l'udito sia una cosa importante nella vostra vita. Esistono infatti anche persone- ne ho conosciuta qualcuna- che vanno in giro ripetendo alla nausea che preferiscono rimanere sorde piuttosto che farsi mettere le mani addosso dai medici, e andare sotto i ferri.

Il caso di mezzo -sento, ma non capisco- è quello più delicato, e che potremmo definire “né carne né pesce”: l’orecchio bionico si può fare, ma si può anche non fare. Non ci sento, ma con la sordità ci convivo. Forse fate parte di quelle persone che dicono “grazie, sto bene così”? Non c’è nulla di male in questo: non sentite la necessità di fare l’orecchio bionico, avete tante altre cose a cui pensare, avete una vita ricca piena e interessante, e in fondo “…a me dell’orecchio bionico non me ne frega niente”. In questo caso lasciate perdere. Il 'sentire di più' non è per voi una necessità assoluta.

Ma la maggior parte delle persone del gruppo di mezzo dice:  "sono indeciso se farlo o no".
A volte vorrei, ma poi ho paura. Sono troppo pigro per farlo. Vorrei farlo, ma rimando sempre. Dico di volerlo fare, poi sono contento se c'è un contrattempo che me lo impedisce.

Personalmente, mi sento molto in imbarazzo quando un adulto sordo mi chiede: che devo fare? Lo faccio o no? La mia risposta tende invariabilmente ad essere: ne senti la necessità o no? Sei soddisfatto di come sei adesso, della tua situazione attuale?
Attenzione però a non confondere 'insoddisfazione esistenziale' con 'mancanza di udito'. Molte volte si tendono a confondere le due cose. Il ragionamento è il seguente: io sono molto insoddisfatto della mia esistenza, e la colpa è sicuramente della mia sordità. Il ragionamento può in qualche caso essere vero, ma è il più delle volte errato. Stiamo trasponendo sulla sordità una serie di problemi e motivazioni che in realtà non hanno a che vedere con essa. E il risultato sarà che anche dopo aver fatto l'orecchio bionico, prima o poi i problemi torneranno alla ribalta. Per cui tenete separati i vostri problemi personali da quelli inerenti la sordità: confonderli può dar luogo a fraintendimenti che potranno essere sgradevoli in seguito.

Nella realtà dei fatti, poi, succede quasi sempre che la persona continui a tentennare, e alla fine ci si riconduce la terzo caso: si fa l'orecchio bionico quando la situazione precipita, quando le cose vanno così male da non lasciare alternative: o si rimane nel mondo del silenzio, o ci si gioca l'ultima carta dell'operazione.
E poi, una volta fatta l'operazione...siete pronti per tutto quello che viene dopo? Sapete di dover lavorare sodo per tanto tempo, per avere buoni risultati?

Per questo, alla fine, la risposta più valida da dare è: fai l'orecchio bionico se ne senti davvero la necessità, altrimenti, per il momento, lascia perdere.

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