sabato

Ritorno alla Torre (26 febbraio 2010)

Il mare d'inverno, è uno spettacolo particolare.
Niente a che vedere con il mare d'estate, cielo azzurro, bagnanti e aspetto da cartolina.
Sotto un cielo grigio e compatto, una distesa d'acqua con la stessa tonalità, calma e piatta. Solo le onde, in prossimità della spiaggia, ne increspano la superficie. Anche la spiaggia sembra più scura, quasi nera.
Non c'è un'anima viva.
Sono le nove del mattino, sono da solo sulla spiaggia.
Davanti a me la torre medioevale, ormai completamente diroccata e circondata dalle acque. E penso a lei.
Un giorno la portai qui, e l'amico che mi accompagnava mi scattò un foto che ricordo bellissima, in cui lei sembra volare, sospesa per aria per finirmi in braccio, con la torre sullo sfondo. E quella foto non sono più riuscito a vederla. Tienila, gli dissi, conservala, un giorno me la darai. Poi, invece,non l'ho più voluta.
In piedi sull'ultimo lembo di sabbia prima dell'acqua, guardo la torre lambita dall'acqua, lì da secoli, immota, silenziosa e sempre presente, e penso a lei, a quella fotografia, a quanti momenti abbiamo passato insieme.
E al fatto che alla fine l'ho ritrovata, e il modo in cui l'ho ritrovata.
E nel mezzo di una giornata uggiosa, ritrovo il sorriso, sento di non dover più aver paura.

Dall'ospedale mi chiamano per chiedere conferma.
Tranquilli ragazzi, sono tutto vostro.
Verrò ad operarmi, ma, ora, con tutt'altro spirito.

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