domenica

VENT'ANNI DOPO.




Aprile 1992-Aprile 2012 : sono passati venti anni esatti. E già allora, nel 1992, c'era già chi diceva: attenzione, l'impianto cocleare va fatto con cautela...



TUTTOSCIENZE (APRILE 1992)
“Gli impianti cocleari: soluzione delicata che non va bene per tutti”




CON una vena di sensazionalismo, stampa e televisione si sono recentemente occupate dell' impianto cocleare: un dispositivo che viene applicato chirurgicamente nell' orecchio interno del sordo totale per riabilitarlo. Secondo quei servizi giornalistici si tratterebbe di una novità quasi sconosciuta nel nostro Paese e che verrebbe da oggi, costi a parte, messa a disposizione dei non udenti. Questa informazione è inesatta. Già da dieci anni esiste una rigorosa e documentata esperienza italiana sull' impianto cocleare. Nel 1983, con il primo intervento per impianto cocleare eseguito dal professor Babighian a Trento, e poche settimane dopo con un secondo paziente operato dal professor Zini, venivano acquisite esperienze dirette in materia. Fino ad allora in Europa solo il francese Chourad e il viennese Burian avevano elaborato e applicato un loro tipo di impianto cocleare. In Italia inizialmente si era adottato un dispositivo monopolare (Impianto House/3M), allora il più diffuso negli Stati Uniti, che consentiva al paziente operato un buon reinserimento acustico nella vita sociale e lavorativa, permettendogli di udire suoni e rumori ambientali e anche, con l' ausilio della lettura labiale, parole e frasi. Dato non trascurabile, l' impianto House aveva superato i rigidi criteri di approvazione dell' Agenzia di controllo americana, la Food and Drug Administration. A Trento furono trattati con questo sistema nove soggetti adulti sordi totali postlinguali, frutto di una selezione particolarmente impegnativa tra una cinquantina di potenziali candidati. Dal 1983 è operante la fondazione del Gruppo Impianti Cocleari Italia, un gruppo pilota di specialisti, coinvestigatori della House Ear Institute di Los Angeles, che eseguì con successo negli Anni Ottanta circa venticinque interventi, acquistando una preziosa esperienza sul complesso procedimento riabilitativo. All' inizio degli Anni 90, la situazione italiana è ulteriormente progredita ponendosi su di un piano di parità con quanto si fa in altri Paesi sia europei sia extraeuropei. Il gruppo di equipes che lavorano sull' impianto cocleare si è allargato. Attualmente ai 25 pazienti con impianto 3M si sono così aggiunti altri 27 pazienti: 17 operati a Venezia, 7 a Bergamo, 2 a Varese e uno a Parma. E' prevista fra breve una fase di approccio, molto delicata, al bambino sordo. L' impianto di gran lunga più utilizzato è il Nucleus a 22 elettrodi, particolarmente sofisticato e affidabile, già approvato dalla Food and Drug Administration, ma sono stati applicati anche l' impianto a due canali Med El, l' impianto monocanale Mxm e l' impianto Ineraid. L ' elemento oggi forse di maggiore interesse è rappresentato dal fatto che l' impianto multipolare, come appunto il Nucleus, consente la comprensione della parola e di frasi non predeterminate senza l' ausilio della lettura labiale. Resta un problema l' alto costo dell ' impianto, che viene normalmente a gravare sulla struttura pubblica. Una precisa conoscenza dell' argomento da parte dei potenziali utilizzatori e dei loro familiari consente un più consapevole approccio all' impianto cocleare, contenendo al massimo le attese eccessive e non realistiche ed evitando anche il possibile conseguente discredito di un metodo obiettivamente e provatamente efficace. Per questo motivo l' impianto cocleare è una materia delicata che richiede una elevata tensione etica nel medico che lo prescrive e lo applica. E si pensi poi a quando, agli oltre duecento bambini sinora operati negli altri Paesi Europei, si aggiungeranno i bambini italiani.








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