Esercizio del giorno: prendiamo una fotografia e proviamo a dire quali sono le qualità di quell’oggetto che abbiamo in mano, che ne fanno appunto una “fotografia”, e non un disegno, oppure un semplice foglio bianco.
Ecco le possibili risposte:
- il colore (la foto è a colori o in bianco e nero? I colori sono brillanti o smorti?)
- il dettaglio (la foto è ad alta risoluzione oppure no? Magari è un pò sgranata?)
- la nitidezza (la foto è ben nitida oppure è stata scattata “mossa”?)
- la messa a fuoco (o è forse sfuocata?)
- la “composizione” (l’immagine è centrata? E’ dritta, oppure è venuta storta?)
e potremmo continuare parlando di carta fotografica lucente oppure opaca, di immagine “impressa” e non semplicemente disegnata sopra, eccetera… e arrivare infine alla cosa più importante: quello che è raffigurato nella fotografia. Un paesaggio? Un gruppo di persone? Un ritratto?
Adesso pensiamoci un attimo: una persona cieca sarebbe stata capace di descrivere tutte queste caratteristiche in maniera altrettanto accurata? Certamente no. Bene, per quale motivo una persona sorda dovrebbe essere in grado di descrivere accuratamente tutte le qualità di un suono o di una musica? Non facciamoci illusioni: è molto probabile che una persona sorda abbia una percezione molto parziale ed incompleta di quella cosa chiamata “musica”.
E allora: quali sono le caratteristiche di una musica che ne fanno appunto…una musica? Quale è l'equivalente sonoro di un paesaggio?
Qui comincia una discussione complicata perché, così come è difficile, se non impossibile, far capire a un cieco il significato di “verde” oppure “blu”, similmente è difficile far capire a una persona sorda il significato di certe ….sensazioni uditive. Proviamoci
Gli elementi che costituiscono un determinato suono che stiamo ascoltando, sono almeno quattro:
1- “Altezza” (“Pitch”), si riferisce al fatto che quel suono sia più basso (grave), oppure più alto (acuto). I suoni della parte sinistra della tastiera del pianoforte sono “bassi”, quelli a destra sono “alti”, e questo dovrebbe essere abbastanza ovvio. (L’Altezza viene usata come sinonimo di Frequenza, ovvero il numero di oscillazioni dell’aria che vanno a produrre i suoni. In breve: molte oscillazioni= elevata frequenza =suono acuto. Al contrario: poche oscillazioni = bassa frequenza = suono grave e cupo).
2- “Intensità” (“SoundPressure”, a volte impropriamente chiamata “Loudness”). E’ quella che familiarmente chiamiamo il “volume” . Aumentando l‘intensità si aumenta il volume, cioè la sua “forza sonora”. Lo stesso suono, quindi, può essere a volume più basso, oppure a volume più alto.
3- “Durata”. Anche questo è abbastanza ovvio: è il tempo nel il quale il suono è presente, appunto la sua durata. Nella grafia musicale, sul pentagramma, le note sono indicate come crome, semicrome, biscrome eccetera, ciò sta a indicare la loro durata.
- “Timbro” . Definito anche “colore” del suono. E’ un pò complesso da spiegare ma può essere definito come “il suono tipico di ciascun strumento musicale”. Facciamo un esempio: la nota DO, prodotta da una chitarra elettrica e poi da organo in chiesa. E’ la stessa nota in “Altezza”, “Intensità” e “Durata”, eppure è un suono diversissimo. Ecco, questa differenza è data dal “timbro”. Il timbro è anche quello che rende le voci umane diverse l’una dall’altra. Il timbro è quella caratteristica che, probabilmente, salta di più all’occhio, nel senso che viene notata per prima.
Mentre le prime tre caratteristiche sono comodamente definibili, misurabili e trattabili in maniera matematica, il timbro è dato da una quantità enorme di caratteristiche fisiche, ed è più difficile da inquadrare.
La musica, ma anche la voce, è data dal mescolamento di queste quattro caratteristiche differenti.
Questa è la prima cosa importante da capire: quando ascoltate un suono, non state ascoltando “un qualcosa di singolo”, bensì l’unione di “quattro differenti cose che, tutte insieme, sembrano una sola”.
La seconda cosa importante da sapere è che bisogna diventare consapevoli di questo fatto (ovvero, in altre parole, rendersi conto, nella propria mente, di ciascuna di queste quattro caratteristiche)
La persona sorda NON si rende conto di questa quadruplice natura, ed è portata a sentire il suono come una cosa "unica". Al massimo saprà dire se quel suono è "più forte", oppure "più bello", più grave o più acuto rispetto ad un altro, ma non saprà definire univocamente il suono in tutti i suoi fattori.
Volete fare un esperimento semplicissimo? emettete con la voce un suono. Poi chiedete a una persona normoudente di andare a cercare sulla tastiera del pianoforte la nota (Altezza) relativa al suono della voce. Che cosa stupefacente: ve la troverà in pochi secondi. Come è possibile? E' possibile perchè nella vostra voce ci sono altezza, intensità, durata, e timbro. E lui è andato, molto semplicemente, a cercare sulla tastiera l'altezza (la nota) relativa. Per una persona sorda questo esperimento è un qualcosa di completamente fuori dal mondo: mai avrebbe sospettato che fosse possibile trovare una nota di "voce" trasponibile su tastiera. Per una persona normoudente, invece, è una cosa assai semplice. E viceversa: schiacciare il tasto del RE sul pianoforte, e riprodurre quella nota ...con la voce. Ma davvero è possibile fare una cosa del genere?
Il senso di tutto questo discorso è che per forza di cosa una persona sorda ha una idea molto imprecisa e frammentaria di quello che è la musica. E’ come vedere una fotografia da lontano e posta dietro un vetro colorato. Se ne avrà quindi una immagine parziale e si crederà che quella immagine sia la realtà. E quello che è peggio, non è detto che dopo tanti anni di “deprivazione sensoriale” sia di nuovo in grado di apprezzarla per intero.
Domanda: la situazione migliora con l’utilizzo dell’impianto cocleare ? Ecco, proprio qui è il punto: la situazione può migliorare, non automaticamente, ma in seguito al lavoro e all’applicazione. Non potete sapere in anticipo se e quanto migliorerete, quello che potete fare è cominciare a lavorare per vedere se ci sono progressi. L’impianto cocleare vi dà la possibilità di percepire un numero di suoni enorme, rispetto a prima, quindi almeno in teoria, avete la possibilità di “capire” tutte le caratteristiche fanno di una musica…. proprio quella musica.
Come sempre, tutto sta a voi. Provateci.
E grazie, mille grazie, al musicologo Roberto B. di Mantova, senza il quale questo post non sarebbe mai stato scritto.