martedì

Discorsi folli (11 febbraio 2010)

Ascolto i discorsi dell'amico, il quale è all'oscuro di quello che sto passando. Del resto, non vado certo a diffondere la notizia ai quattro venti, ehilà carissimo, fra poco vado in ospedale, mi faranno questo e quest'altro, chissà cosa mi succederà.

Quindi lo lascio parlare, e lo ascolto. Mi è sempre piaciuto ascoltare la gente. Lo sento dire, con gli occhi che splendono dall'entusiasmo, che finalmente tra poco potrà mettersi alla guida dell'auto costosissima -settantamila euro!- che sogna da tanto tempo, l'ha già ordinata, presto andrà dal concessionario a ritirarla e potrà girarci in lungo e in largo. E' tanto tempo che la sogna, è tanto tempo che la pregusta, come fosse una donna bellissima da assaporare piano piano. Può permetterselo, del resto.

Ascolto questi discorsi e mi sembra di essere lontanissimo, da un'altra parte. Mi sembra che si stia parlando in una lingua straniera, di cose che non conosco.
Mi sembra che tutto intorno a me svanisca, il locale, gli avventori, l'amico e i suoi discorsi.
E mentre lui continua a decantarmi l'automoble bellissima, il suo grande sogno, io penso a tutte le persone che ho conosciuto negli ultimi giorni che in quel momento stanno male, stanno soffrendo, anche me, per ultimo, e gli vorrei dire se davvero nella vita non ha niente altro a cui pensare se non alla macchina, gli vorrei dire che davvero è un fortunato, che ha avuto una vita facile e comoda se è arrivato a quarant'anni pensando alla "macchina fichissima" come la cosa più importante della sua esistenza.
Gli vorrei dire che dei suoi discorsi non me ne frega niente, ho altro da pensare, e, se la macchina in quel momento la regalassero a me, la lascerei lì in mezzo alla strada. Ma cosa me ne può fregare a me in questo momento della macchina.

Eppure, fino a qualche mese prima avrei seguito questi discorsi con vivo interesse, complimentandomi con lui. Macchina extralusso? Ma certo! Magnifico!

Ecco quale è la cosa orribile, che bisogna star male per vedersi aprire gli occhi di colpo, capire che priorità dare alle cose, separare le cose importanti dalle stronzate.

Chissà, forse il matto sono io, forse, se andrà a finire tutto bene, tornerò a fare discorsi del genere (ormai il momento dell'emergenza è terminato, non è vero? quindi godiamoci la vita e chissenefrega del resto)
Ma ora?

Sento però che questo stato d'animo è quello giusto, uno stato d'animo che non dà più importanza alle cose superflue, ma solo a quelle importanti, e che è in grado di riconoscere, separandole, le une dalle altre.

Vorrei stare bene, e, allo stesso tempo, rimanere con questa consapevolezza per sempre.

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