mercoledì

Essere metodici (15 febbraio 2010)

C'è un film che mi piace in modo particolare.
Si intitola "Memento" , che in latino può significare: "Ricòrdati!".
Non vado a narrare la trama di questo film che già di suo è molto interessante e ben realizzato, prendo solo spunto dal protagonista che, nel corso del film, ripete più volte bisogna essere organizzati, bisogna essere metodici, bisogna essere precisi.

E' esattamente quello che mi trovo a dover fare io da una vita, essendo però allo stesso tempo un soggetto al quale non dispiacciono bellezze e virtù della pigrizia.

Ma in questi giorni, essere metodici è un imperativo per non impazzire, per non lasciarsi andare.
Intendiamoci, non è che uno vede peggiorare la propria vita e comincia a dare i numeri. Molto più semplicemente, comincia a "mollare". Abbandona il proprio stile di vita esigente, per uno più accomodante.
Comincia a leggere i quotidiani sportivi come importante occupazione della propria giornata. Passa molto tempo al bar non si bene a fare cosa, oppure al mattino si alza quando gli pare. Mette il calcio al primo posto. Comincia a fregarsene di quello che lo circonda. Non apre più un libro perchè tanto leggere non serve a niente. Se una cosa non serve a "divertirsi" non viene nemmeno presa in considerazione.
Alcuni lo chiamano divertirsi alla grande, io lo chiamo morte civile.

E allora, per me in questi giorni è imperativo leggere almeno cinquanta pagine al giorno, tenere pulita casa, camminare molto a piedi, fare tanti piani di scale, lentamente e di corsa. Aprire i libri e studiare, per non dimenticare quello che mi serve. Fare un po' d'ordine nelle mie carte che ormai hanno raggiunto un livello preoccupante. Guardare ogni sera un buon film, o un buon documentario. Mangiare il più possibile sano, niente schifezze, sempre allo stesso orario. Essere metodici.

Ma a che serve tutto questo? Semplicemente a "mantenere in ordine sè stessi".
Mi domando se sto facendo la cosa giusta, o se invece faccio pena, se mi sto riducendo lentamente come un poveraccio, ormai fiaccato dalla vita.
Dentro al cervello però, continuo a lavorare, pensare, agire e riflettere esattamente come prima. Forse è questa la cosa più importante: salvaguardare la mente.

Sono diventato come un vecchietto. Per non impazzire, e sempre pensando, con ferrea convinzione, che "domani sarà meglio".
Non ne dubito nemmeno un secondo.

Altrimenti.... altro che impazzire.
Ma la vita è sempre in salita, giusto?
E allora, buona salita, per l'ennesima volta.
Basta saperlo.

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