venerdì

La tranquillità (24 febbraio 2010)

Oggi mi sento così tranquillo.
Quasi come se non me ne fregasse niente.
Si dice: "è la tranquillità della disperazione, di chi non ha più nulla da perdere". Non lo nego, è una tranquilità dovuta al fatto che ormai non c'è rimasto più niente da fare, se non aspettare gli eventi.
Un insieme di piccoli gesti quotidiani, ripetuti con calma, senza fretta, senza frenesie tipiche della vita di tutti i giorni. Un insieme di comportamenti dai quali traspare quasi una sorta di fatalità.
Potare gli alberi del giardino.
Sistemare la biblioteca.
Andare in soffitta a guardarsi i vecchi diari di scuola, i libri e i quaderni delle scuole elementari.

Ma allo stesso tempo, è la tranquillità di quello che sa di aver preparato tutto al meglio delle proprie capacità.
Mi viene in mente il principe di Condè, che dopo aver schierato la sera le truppe per la battaglia dell'indomani mattina, quando gli chiesero "Che facciamo ora?", rispose semplicemente "Abbiamo preparato tutto, andiamo adesso a farci un buon sonno". E il giorno dopo combattè la battaglia.

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