domenica

Ritorno all'ovile (19 febbraio 2010)

Passo sempre più tempo dai miei genitori.
In effetti, posso dire di essere tornato a vivere insieme a loro.
Apparentemente siamo tutti tranquilli, ma si vede, si capisce che loro sono preoccupati, quanto e più di me.
Ho la sensazione che siamo alla fine tutti sulla stessa barca: io convivo con questo problema da sempre, loro per forza di cose si sono sempre trovati coinvolti.
Sempre tutti insieme, con molta dignità devo dire, sopportando in silenzio, senza piagnistei. In fondo è un problema presente da sempre, quindi è un qualcosa che ormai fa parte di me. La situazione è peggiorata, ma non ho comunque voglia di lamentarmi. Mi basta guardarmi intorno per scoprire infinite miserie. Lamentarmi? Siamo circondati dalle sofferenze, è molto meglio chiudersi in un dignitoso silenzio e stare zitti. Almeno per me.
Più che lamentarmi, cerco di darmi da fare per il dopo. Come sarà il dopo? Non lo sa nessuno.
Nondimeno, cerco di essere pronto per tutto quello che sarà.
Mi scopro sereno e tranquillo più di quanto mi aspettassi, e mi meraviglio di ciò.
Del resto non è possa fare molto, adesso.
Mancano solo pochi giorni.

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